Dall’industria 4.0 all’industria 5.0

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L’ultimo decennio è stato fortemente influenzato dalla nascente e sempre più imponente industria 4.0. I principi caratterizzanti erano: digitalizzazione, condivisione sempre più veloce ed accessibile dei dati (Cloud computing) , interconnessione dei processi produttivi basata sulla affermazione della macchina, l’automazione che via via rischiava di soppiantare la manodopera umana mostrando il lato oscuro della propria medaglia. Ecco, l’obiettivo della prossima rivoluzione industriale si basa proprio sull’eliminazione di tale rischio unita però ad un forte sviluppo tecnologico dell’automazione: l’intelligenza artificiale. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di comprendere dal principio il significato di tale rivoluzione.

Industria 4.0

Fin dall’inizio del secondo millennio il sempre maggiore sviluppo, unito alla diffusione, di nuove tecnologie e sistemi di automazione, ha portato , dapprima le grandi industrie e poi via via tutte le altre, a rivoluzionare il proprio modo di operare. La produzione è stata sempre più implementata dall’arrivo delle nuove tecnologie, robot automatizzati capaci di soppiantare l’uomo nello svolgimento dei più svariati lavori di produzione.

Basta pensare ad una catena di montaggio che si basa sulla ripetizione sistematica delle stesse azioni nel minor tempo possibile, in cui certamente un braccio meccanico è capace di incrementare la produzione rispetto a quanto farebbe un operaio. Inoltre la vera rivoluzione è stata l’avvento della digitalizzazione, del nuovo modo di controllare a 360 ed in tempo reale ogni aspetto, da parte di chi dirige, della produzione, individuandone criticità e punti di miglioramento.

Sempre più aziende negli ultimi anni hanno “aggiornato” il proprio modo di operare, controllare e gestire le proprie risorse, incrementare la produzione e di conseguenza i guadagni. Tutto ciò però, ha portato la società a correre gravi rischi in svariati campi, primo tra tutti la disoccupazione. Perché pagare un operaio se si ha a disposizione una macchina capace di svolgere lo stesso lavoro nel minor tempo possibile? Ecco, il problema da risolvere era quello di riuscire a trovare un’ulteriore tecnologia che anziché allontanare le due realtà, le avvicinasse rendendole simili e capaci di collaborare. Ecco che nasce l’intelligenza artificiale, base dell’industria 5.0.

Industria 5.0

Gli obiettivi di rinascita dell’industria partono e convergono tutti in un un unico punto fondamentale: Collaborazione uomo-macchina.

Lo sviluppo sempre più serrato dell’intelligenza artificiale sta portando la scienza alla creazione di nuove e sensazionali tecnologie, molte di esse presentate su Universeit.blog. Robot capaci di prendere decisioni ed operare in modo razionale in sincronia con l’uomo. E’ fondamentale partire dal presupposto che la base del futuro debba essere costituita dall’interazione uomo-macchina, capace di raggiungere target di produzione mai visti fino ad oggi. Non è più soltanto un concetto di automazione, ma bensì di cooperazione delle risorse. Nasceranno quindi nuove posizioni all’interno delle aziende, ridefinendo in modo positivo il ruolo delle risorse umane.

Quindi da questo punto di vista l’impiego dell’intelligenza artificiale è volto ad una nuova elevazione dei lavoratori, rendendo il loro lavoro, non solo fisico si intende, più semplice ed efficace. Possiamo in questo senso definire l’industria 5.0 come un vero e proprio paradigma del concetto della già diffusa industria 4.0.

Robot e Software intelligenti

Parliamo in questo contesto di non più macchinari, ma vere e proprie entità volte allo scambio di informazioni ed alla collaborazione con l’uomo. In una industria di successo è fondamentale che non venga in nessun modo e momento a mancare l’interazione tra personale, dirigenza ed entità esterne. E’ ormai un concetto assodato fin dal secolo scorso e categoricamente imprescindibile.

Negli ultimi anni tutto ciò forse era un pò stato messo in discussione dalla digitalizzazione , che ha paradossalmente rischiato di assumere un ruolo determinante, annichilendo tutti gli altri e distruggendo i sani ideali di partenza. Non dimentichiamoci infatti che quando l’industria stessa è nata, il suo obiettivo principale era offrire benessere in cambio di lavoro, non sindromi di inferiorità rispetto a delle macchine.

Sarebbe meraviglioso se il futuro riservasse addirittura la nascita di pura e sana competizione tra uomo e macchina, dotati entrambi di un modo, seppur diverso, di pensare ed approcciarsi alle cose. Ciò favorirebbe ancor di più uno sviluppo sano, equilibrato e giusto sulla scia di quanto già seminato negli ultimi anni. La base ora c’è, e con essa tutti i presupposti necessari, serve solo una spinta iniziale e tutto prenderà il verso che ci si aspetta.